“Il Suono dell’Innovazione": Intervista Esclusiva a Cucina Sonora
“Cucina Sonora”: un nome che risuona nel panorama musicale con un’identità unica e un suono inconfondibile.
Nelle sue note si intrecciano le collaborazioni con artisti di spicco come Rkomi e Chiello, e le influenze di icone come Mr. Oizo, James Hype e Francesco Tristano. Il suo ultimo EP “SMILE” è un manifesto di libertà espressiva, un invito a lasciarsi andare al ritmo della sua visione artistica.
In questa intervista esclusiva per Musicatonica, “Cucina Sonora” ci porta dietro le quinte del suo processo creativo, svelando come le interazioni con altri artisti arricchiscano la sua arte senza confonderla, e come la sua musica possa diventare un veicolo per sfidare e ridefinire i confini della società moderna.
Hai condiviso il palco con artisti eclettici e collaborato con nomi noti come Rkomi e Chiello. Come influenzano queste interazioni la tua musica e quali aspetti del lavoro congiunto trovi più stimolanti?
Credo in nessun modo. Da un lato c'è un lavoro, stimolante, stancante e divertente. Dall'altro sono semplicemente me stesso in quel momento li e scrivo quello che mi va. Poi magari mi influenzano in modo inconsapevole, ma sono mondi talmente distanti che difficilmente tendo ad avvicinarli. Credo di essere sempre stato piuttosto bravo a saltare di palo in frasca (nel bene e nel male), amo cambiare costantemente e lavorare continuamente con artisti differenti e, allo stesso tempo, avere la mia identità mi tiene vivo.
Artisti come Mr. Oizo, James Hype e Francesco Tristano sono citati come punti di riferimento per il tuo ultimo EP “SMILE”. In che modo la loro musica ha influenzato la produzione di questo EP?
Sono artisti che ascolto e seguo da un bel po', soprattutto Tristano e Mr. Oizo. Non ho voluto imitarli o ricercare le loro sonorità, ma quando ho iniziato a chiudere le tracce mi sono reso conto che la mia musica si avvicinava almeno in parte al loro mondo. Difficilmente prendo ispirazione da un artista cercando di seguire il suo percorso, però è ovvio che nelle mie tracce riesca a ritrovare molto di quello che ascolto, molto spesso in maniera totalmente folle e randomica, passando così dai classici, all'elettronica più cruda, al pop etc etc.. In un certo senso non scelgo in maniera diretta che percorso seguire, ma lascio che le cose che mi hanno segnato di più vengano a galla da sole. Non a caso sono sempre più bravi gli altri a definire la mia musica di quanto non sia in grado io
L’EP “SMILE” mira a divertire liberamente, sfidando i preconcetti. Come pensi che la musica possa contribuire a rompere gli schemi della società moderna?
Beh, la musica è un linguaggio universale, quindi è già di per se il mezzo giusto per esprimersi nei confronti del mondo, come molte altre forme d'arte. Certo, se si fa musica seguendo i "trend" del momento, social e non, diventa difficile rompere qualsiasi schema o creare nuovi percorsi. Dovremmo sentirci sempre più liberi dai numeri di questo sistema e semplicemente felici di aver creato qualcosa di nuovo (per quanto impossibile) che prima non c'era, che potrà così scaturire nuove danze, nuovi pensieri, nuovi ragionamenti, che a sua volta daranno vita a nuova musica, nuovi pensieri. In questo modo l'arte rompe e costruisce in un circolo continuo.
Come è nata la collaborazione con N.A.I.P e quali elementi del suo stile hanno trovato risonanza con la tua musica?
"Basta poco" è il brano più distante da me che abbia mai scritto, eppure sin dal giorno 0 l'ho reputato una figata atomica, ma non sapevo come contestualizzarlo. Non c'era una melodia, non c'era un pianoforte, non c'era una grossa armonia eppure già funzionava. Poi mi è venuto in mente "DAVID CHI?" di N.A.I.P (prodotto da Stabber, grazie al quale ho avuto il piacere di conoscere Michelangelo) e ho pensato che magari sarebbe potuto piacergli il mio brano per buttare giù qualcosa di folle, ma sempre nel suo stile. Gli ho mandato una bozza e si è preso bene per scriverci su! Il suo stile minimale, ma allo stesso tempo incredibilmente denso di significato e folle si è sposato subito perfettamente con la mia scrittura del brano. È stato un meraviglioso ping pong di idee che Michelangelo è riuscito a tradurre in un testo geniale e iconico
Lasciaci con una citazione e con un saluto ai lettori di Musicatonica
Ciao lettori, vi aspetto sotto cassa ai miei prossimi live!
Con queste parole, “Cucina Sonora” ci saluta non solo con un ritratto del suo mondo musicale, ma anche con un invito ad esplorare i nostri orizzonti artistici. La sua musica è un promemoria che l’arte può essere un potente catalizzatore di cambiamento e innovazione. Grazie per averci accompagnato in questo viaggio sonoro e non dimenticate: la musica è un viaggio senza fine, e ogni nota suonata è un passo verso l’ignoto. Alla prossima, lettori di Musicatonica, dove la musica non smette mai di suonare.
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