Se siete amanti della musica rock-folk, non potete perdervi l’intervista esclusiva che abbiamo fatto a Vinicio Simonetti, il cantautore ascolano che sta conquistando il pubblico con il suo ultimo album “Messi al mondo”. Vinicio ci ha raccontato di come è nato il suo concept album, che esplora il tema della ciclicità dell’esistenza, della magia dei dejavù e dell’effetto domino della presa di coscienza. Ci ha anche parlato del suo ultimo singolo “Dejavù”, un brano spensierato tra folk e blues, che descrive un’esperienza onirica in cui si fondono passato, presente e futuro.

Come nasce il titolo del tuo ultimo album, Messi al mondo? Cosa vuol dire per te essere messo al mondo?
Il titolo viene dalla riflessione dopo aver letto “Molte vite una sola anima” di Brian Weiss.
Nel libro, lo psichiatra statunitense racconta delle ipnosi regressive dei suoi pazienti, e ciò mi ha indotto a immaginare il momento in cui noi abbiamo deciso di tuffarci in questo mondo fisico.
Ho scoperto solo recentemente, che un suo collega, James Hillman ne “il codice dell’anima”, ha descritto esattamente i pensieri da me racchiusi nell’album.
Per me, uno dei tanti esempi di coscienza collettiva in espansione.
Rispondendo alla domanda, per me (e per Hillman a quanto pare) non si è messi al mondo, ma ci si mette al mondo, intenzionalmente, con un certo corpo, famiglia, luogo, ecc.
Quali sono le tue principali influenze musicali e letterarie? Come si riflettono nel tuo stile rock-folk?
Direi sicuramente i Daniele Silvestri, Fabi e Gazzè. Assolutamente anche i Subsonica e sfumature andaluse un pò come la Bandabardò.
In che modo i sincronismi, i deja - vù e l’effetto do-mino hanno influenzato la tua vita personale e professionale? Hai qualche aneddoto da raccontare a riguardo?
I sincronismi li incontro molto spesso. Ne tengo nota, nel senso che li scrivo proprio.
Per me sono un checkpoint: se per troppo non ne incontro uno, torno indietro al più recente e mi chiedo cosa ho cambiato, se ne sono cosciente, e se lo ritengo giusto o meno.
I dejavù sono rarissimi purtroppo per me. Da quando ho cominciato a dargli importanza, li ricordo tutti a memoria. Anche quelli degli altri, in mia presenza.
L’effetto domino è osservabile con una quantità di variabili minime, altrimenti è soltanto un confuso flusso di energie, per cui diciamo che ad oggi, sto cercando di tagliare rami secchi.
Vi racconto questo: secondo giorno di lavoro da impiegato, giunge un anziano con una bolletta che aveva ricevuto e non sapeva dove doveva pagarla. Aveva sbagliato ufficio a cui recarsi ma comunque cerco di capire la problematica e leggo il nome del destinatario.
Gli chiedo se fosse proprio lui a portare lo stesso nome e cognome del mio defunto nonno paterno.
Sono piccole cose, ma bisogna notarle, o la vita diventa amara e arida.
Da dove nasce l’ispirazione per il titolo e il tema del tuo ultimo singolo “dejavù”?
Viene da matrix, come il colore acido di tutte le copertine!

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