Taoma non è solo un nome, ma un viaggio attraverso l’arte che parla direttamente all’anima..Nel panorama musicale contemporaneo, emergono talvolta artisti che con la loro arte riescono a toccare corde profonde, a risvegliare emozioni sopite e a farci riflettere sulla bellezza della vita e sulla complessità dell’esistenza umana e Taoma è proprio uno di questi.
Un cantautore che ha imparato ad esprimersi in modo unico, mescolando Soul, RnB e le vibranti energie del Gospel.
Nel suo ultimo singolo "Anche così", esplora l’accettazione di sé con la stessa passione e autenticità che caratterizzano la sua vita e la sua musica.

La tua vita è stata immersa nell’arte fin dalla nascita. Puoi raccontarci un momento specifico o magari un consiglio ricevuto dai tuoi genitori che ha avuto un impatto significativo sulla tua carriera musicale?
I miei genitori mi hanno mostrato l’arte molto di più nelle cose della vita quotidiana che nelle opere d’arte. Forse non c’è un momento specifico, ma sicuramente vedere il modo in cui entrambi vivono la vita, la loro filosofia e il loro pensiero, sono tutte cose che mi hanno infuso una grande ispirazione e mi hanno permesso di sentirmi libero di esprimermi e sperimentare nella vita senza la paura del loro giudizio. Posso dire che le storie raccontatemi dai miei genitori hanno avuto più impatto sulla mia vita di quanto le loro nozioni sull’arte abbiano fatto, anzi, forse quelle le ho ascoltate anche poco.
Il fatto di essere figlio d’arte ti avrà probabilmente fornito un palcoscenico naturale su cui esprimerti, ma credi che questo background possa averti dato un vantaggio o, al contrario, abbia rappresentato una sfida nell'affermazione della tua individualità artistica?
Assolutamente un vantaggio. Non mi sono mai sentito ne’ frenato ne’ tantomeno in competizione con loro, anche se hanno entrambi un carattere molto forte e una visione delle cose molto diversa, forse è proprio questa diversità sostanziale che vedevo tra loro ad avermi spinto a trovare la mia dimensione e non seguire macchinosamente i passi dell’uno o dell’altro. Vedere come i miei genitori sono riusciti ad esprimersi in maniera unica ed autentica mi ha ispirato a fare lo stesso, ma a modo mio.
Viaggiare ha ampliato i tuoi orizzonti e arricchito la tua arte. Quali elementi delle culture che hai esplorato troviamo nelle tue melodie e testi, e come queste esperienze hanno influenzato il tuo genere musicale?
Sicuramente tra le varie spezie che metto nella mia musica si sente una nota piuttosto dominante di Soul e RnB. Questi due stili sebbene li avessi già incamerati da bambino li ho poi ritrovati nei miei anni a Los Angeles, dove mi sono anche innamorato del Gospel.
Conoscere da dentro questi generi, tra cui colloco anche il Rock e il Blues mi ha fatto capire che esisteva più di un modo per esprimere quella forza vulcanica che mi ha sempre affascinato nella musica rock e nelle grandi composizioni di musica classica. La cosa più potente che ho scoperto è stato proprio il coro gospel, di cui ho fatto parte nei miei primi anni da studente. Quell’esperienza mi ha fatto capire che lo strumento più potente che esiste nel mondo del suono è la voce umana, e ancora di più se sono tante voci tutte insieme. Niente è come il coro, per questo non resisto a mettere sempre qualche voce in più nei miei brani, è più forte di me.
Hai composto colonne sonore per documentari che trattano temi intensi e significativi. C’è un progetto che ti ha particolarmente toccato o cambiato la tua prospettiva sulla musica e sull’arte?
Tutti i film di cui ho avuto l’onore di comporre la colonna sonora mi hanno cambiato profondamente, anche perchè quando componi la musica di un documentario finisci per entrarci dentro tanto quanto il regista o il montatore, e quindi inevitabilmente ti fondi un po’ con il progetto e le storie di tutti i personaggi di cui racconti la storia. Forse quello che mi ha fatto più effetto è stato il documentario “My America”, soprattutto la parte che racconta le storie di tossicodipendenza in Ohio e dei senza tetto a Los Angeles, dove peraltro vivevo da ormai diversi anni all’epoca del documentario. Quella è stata un tipo di sofferenza che mi ha toccato molto soprattutto perchè i personaggi intervistati si sono spalancati con un umiltà che non avevo ancora mai visto. Quelle storie mi hanno tirato fuori una musica ricca di perdono e rinascita che a sua volta anche per me è stata molto curativa.
Nel tuo nuovo singolo ‘Anche così’ esplori il tema dell’accettazione di sé e degli altri. Come hai lavorato per trasmettere questo messaggio attraverso il tuo soul ?
Sinceramente io razionalizzo poco tutto il discorso della creazione musicale, per me è una questione molto più istintuale che altro. Mi lascio andare e sperimento finchè non esce qualcosa che mi da la sensazione di calore, di scintilla. Da li seguo quella pista e la esploro finchè non diventa un fuocherello, poi fuoco, infine luce pura, un po’ come l’amore fatto bene, bene. In questo modo scrivo testi e arrangiamenti, il Soul è solo la strada più autentica e gustosa tra il mio istinto iniziale e il “DAJE” che dico quando so di avere un brano tra le mani. Ho accettato questo modo di essere e di scrivere musica e spesso fatico con altri musicisti più scolastici per via del mio approccio meno accademico e meno incentrato sulle formule e le conoscenze teoriche della musica.

In che modo ritieni che ‘Anche così’ rappresenti un punto di svolta o un’evoluzione nel tuo percorso musicale?
Credo che “Anche Così” sia il brano che finora è arrivato di più al pubblico, forse perchè contiene quest’energia positiva che spinge all’accettazione del presente e non a rimuginare sul passato. È un brano che invita a spiccare il volo verso la propria bellezza innata e questo sicuramente posso considerarlo un punto di svolta dal punto di vista musicale, perchè sta aiutando anche me ad accettarmi per quello che sono. Tutti i miei brani sembrano essere una conversazione con un'altra persona, ma in realtà sono tutti discorsi che mi faccio da solo, forse da anni. Sicuramente “Anche Così” segna anche l’inizio di una fase più matura nel mio percorso artistico, soprattutto per quanto riguarda gli arrangiamenti e il songwriting in generale. Sono molto felice di questo brano e della bella energia che si porta dietro.
Lasciaci con una tua citazione, e se ti va, con un saluto ai lettori di Musicatonica
Vi saluto ringraziandovi tanto e dicendovi che “Solo la luce che uno accende a sé stesso, risplende in seguito anche per gli altri.”
A.Schopenhauer
Alla prossima!!
Grazie per aver condiviso con noi la tua arte e il tuo spirito. Ai nostri lettori di Musicatonica auguriamo di trovare la vostra voce, così come Taoma ha trovato la sua, e di lasciare che risuoni forte e chiaro. Alla prossima avventura musicale!
Vi Invitiamo a seguire Taoma sulla sua Pagina Instagram:
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