In un’epoca in cui la musica diventa sempre più un veicolo di messaggi sociali, Ianez emerge come una voce distintiva, capace di navigare tra le acque profonde dell’attivismo e quelle più intime dell’esplorazione del sé. Con un occhio critico rivolto alle questioni sociali e l’altro puntato verso l’orizzonte personale, Ianez ci guida attraverso un viaggio sonoro che sfida, commuove ed ispira.
Dall’ardente denuncia della violenza sulle donne nel suo singolo “Blu” alla riflessione ironica sull’idealizzazione del passato in “Tony Pastello”, Ianez non si limita a creare musica, ma plasma esperienze che lasciano un’impronta significativa. La sua abilità nel trasformare la cronaca in poesia e la storia personale in un inno collettivo è ciò che lo rende un artista unico.
Ianez, la tua musica spazia dai temi sociali a quelli più intimisti. Come riesci a bilanciare l’impegno civile con l’esplorazione personale nei tuoi brani?
Ciao. Non li bilancio, viaggiano in parallelo e alcune volte s’incrociano. Non mi pongo limiti nelle tematiche anche se per attitudine tendo ad andare sul sociale e contemporaneamente sono in continua comunicazione con la mia parte in ombra.
L’arte racconta il presente, lo immortala nel bene e nel male ed è importante dare il proprio contributo per il progresso della società offrendo un punto di vista e denunciare quando è necessario.
Nel tuo singolo “Blu”, hai affrontato il tema delicato della violenza sulle donne. Qual è stato il processo creativo dietro la composizione di un brano così forte e potente e come pensi che la musica possa contribuire a sensibilizzare su questi argomenti?
Blu è un brano scritto in venti minuti durante una pausa lavoro e purtroppo leggendo tristi fatti di cronaca. Racconta la violenza di genere alla radice che non è il fatto da telegiornale, quello è solo l’epilogo. La violenza di genere parte da una visione errata e anacronistica della figura femminile e siamo tutti coinvolti perché ogni femminicidio comprende sempre un uomo. Chi non si crede estraneo, chi pensa che l’argomento non lo riguarda perché: “non lo farebbe mai” è parte del problema e ha la grave responsabilità degli indifferenti.
Il tuo ultimo singolo “Tony Pastello” critica un po' l’idealizzazione del passato. In che modo credi che la nostalgia influenzi la cultura contemporanea e la produzione artistica?
Il passato influenza sempre il presente, tornano le mode, tornano suoni e ritmi, ci sono cover e remake. Così va il mondo, tra scoperte e riscoperte. Il brano racconta con la dovuta ironia il cliché del conflitto generazionale. La vecchia che si descrive migliore della nuova generazione e la nuova generazione che crede di fare qualcosa di diverso da ciò che è già stato fatto. Un ripetersi delle medesime dinamiche, delle stesse incomprensioni per un passaggio del testimone e uno scambio di ruoli.
Credi che la musica possa essere uno strumento per contrastare la distorsione della memoria collettiva? Ed eventualmente in che modo?
Stiamo vivendo un grosso paradosso dove le parole e le idee sono più avanti dei fatti e questo è dovuto ad una politica che guarda esageratamente al passato sfruttando la “dimenticanza” per riesumare ideologie pericolose, travestendole da qualcosa di diverso di ciò che sono. La musica è potente, arriva a tutti, è la forma d’arte più immediata e noi abbiamo un bagaglio culturale musicale dei grandi cantautori: Guccini, De Andrè, Battiato e ogni grande battaglia sociale ha una sua colonna sonora. Le rivoluzioni si cantano, il progresso si canta perché cantare unisce e amplifica qualsiasi messaggio.
“Tony Pastello” tocca diversi aspetti della nostra vita quotidiana. Qual è il messaggio più importante che vuoi trasmettere agli ascoltatori riguardo al modo in cui viviamo e ricordiamo il presente?
L’intento principale del brano è quello di divertire ed essere un pezzo senza pretesa alcuna. Volendo andare più a fondo si racconta un passato ancora vivo e presente perché tante cose non cambiano se non per tecnologia. Tony Pastello ridicolizza il gap generazionale rendendolo al pari di un’antica tradizione e dice che: “prima non era meglio, era prima…” L’evoluzione guarda avanti considerando il passato, senza dimenticare il sacrificio di tanti per l’acquisizione di diritti sacrosanti di ogni individuo. Tony Pastello è un tipo malinconico e nostalgico ma solo perché gli mancano i suoi pantaloni a zampa e la fascia da tennista sulla testa.
Lasciaci con una tua citazione, e se ti va con un saluto ai lettori di Musicatonica
Grazie per il vostro tempo e lo spazio che mi avete dedicato.
Come dice Tony Pastello: “le all-star non fanno il rock and roll” il rock and roll lo fanno le persone che vogliono cambiare il mondo in meglio e spero che siano d’accordo i lettori di Musicatonica ai quali mando un grosso grazie e un abbraccio.
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